A VILLA BORIGLIONE LA MOSTRA DEL PARTIGIANO SERGIO COALOVA SUI CAMPI DI STERMINIO PER IL GIORNO DELLA MEMORIA
21/01/2024
Nel settantanovesimo anniversario della liberazione del campo di sterminio di Auschwitz il Comune di Grugliasco celebra la “Giornata della Memoria”, stabilita da legge dello Stato per il 27 gennaio, con la mostra curata dal partigiano Sergio Coalova, deportato nel lager di Mauthausen e scomparso nel 2018, all'età di 95 anni. La mostra è allestita nelle sale di Villa Boriglione-Moriondo, all'interno del parco culturale Le Serre, in via Tiziano Lanza 31, a cura della Consulta Antifascista di Grugliasco e dell'Associazione Nazionale Partigiani d'Italia (ANPI), sezione '68 Martiri' di Grugliasco .
L'inaugurazione è fissata per domenica 21 gennaio, alle ore 15.30, alla presenza del sindaco Emanuele Gaito, del vicesindaco, Elisa Martino, dell'assessore alla Cultura, Federica Petrucci e di Mariella Coalova, figlia di Sergio.
ORARIO VISITE - INGRESSO GRATUITO
Domenica 21/1 e 28/1 orario 15.30 – 18.30.
Dal 22 al 27 gennaio, dalle ore 17.30 alle ore 19.30, oppure, per le scuole o comitive su appuntamento, telefonando al numero 333/3491283.
Il 27 gennaio 1945 le truppe dell' armata rossa sovietica entrarono nel lager polacco di Auschwitz e il mondo cominciò a scoprire l’orrore assoluto: la gigantesca catena di montaggio organizzata dai nazisti per la soluzione finale della questione ebraica, lo sterminio programmato di un intero popolo.
"Mio padre – ricorda Mariella Coalova - realizzò questa mostra con l'immane sofferenza di chi visse la terribile esperienza dell'internamento nel lager ma anche con la passione di chi sa che solo la conoscenza di queste pagine, tra le più buie della storia dell'umanità, può aiutare i giovani di oggi e domani ad evitare che tragedie come quella della shoah si ripetano".
"Gli studenti dell’ITIS – Maiorana di Grugliasco e del liceo classico “Porporato” di Pinerolo – aggiunge Giuseppe Rizzo, presidente della Consulta Antifascista di Grugliasco – produssero, oltre dieci anni fa, insieme a Coalova, un ebook (disponibile sul sito internet della scuola) al fine di dare la massima visibilità possibile a questa mostra, che viene allestita con il rigore dello storico e con la passione del testimone. La memorialistica sui campi di concentramento è amplissima e ogni testimonianza è unica, preziosa e insostituibile ma Sergio Coalova fece qualcosa di più, cercando di capire che cosa accadde a milioni di individui quali ebrei, perseguitati politici e religiosi, zingari e portatori di handicap che, come lui, furono vittime del nazifascismo. Coalova lesse le ricostruzioni degli storici seguendo i loro dibattiti ed imbattendosi anche nel revisionismo e nel negazionismo. Per evitare che ritornasse l’incubo dei primi anni dopo il ritorno dal lager, quando i racconti dei sopravvissuti erano ascoltati con sufficienza o incredulità, Coalova scelse di parlare non soltanto per sé, ma anche per chi non c’era più, utilizzando un mezzo di grande efficacia: le immagini. Le parole di Sergio Coalova a commento delle foto dei corpi scheletriti, dei cadaveri e dei torturatori, inducono i visitatori – e soprattutto i giovani – alla comprensione ed alla riflessione. Sergio seguì questo lavoro passo dopo passo e accompagnò per anni centinaia di studenti in visita a Mauthausen, ogni volta raccontando la sua storia e ogni volta suscitando ammirazione per la sua serenità, che neppure lo sdegno e la condanna senza appello per tutti coloro che collaborarono alla macchina dello sterminio erano riusciti a scalfire".
Sergio Coalova, nato a Pinerolo nel 1923, frequentò il corso per ufficiali all'Accademia di Artiglieria e Genio. Dopo l'8 settembre 1943 fu tra i primi a prendere parte alla Resistenza in Val Pellice, aderendo alle formazioni Giustizia e Libertà. Catturato dai nazifascisti durante un rastrellamento, fu rinchiuso nel marzo 1944 alle "Nuove" di Torino; a maggio venne trasferito a Fossoli e deportato a Mauthausen il 5 agosto 1944, e rinchiuso con il numero di matricola 82331. Liberato dagli alleati il 5 maggio 1945, nel dopoguerra Coalova lavorò come libero professionista, senza mai dimenticare l'esperienza vissuta durante la Resistenza.